Lettera di natale da un'anima sporca

Caro babbo natale,

vorrei che tu sappia che l'anno scorso non sei stato tanto bravo con me. Sotto l'albero hai lasciato tanto dolore. Hai lasciato un anno duro. Non avrei mai voluto viverlo tutto, ma rinunciare alla vita in quel periodo sarebbe stato da codardi. Sebbene non mi reputo chissà quale sorta di eroe.

Proverò a chiederti ciò che desidero da sempre, ma non ho mai espresso.

Desidero vivere con leggerezza tutto ciò che verrà. Non ti chiedo di darmi pace e zero ostacoli, ma di insegnarmi come passarci con la tranquillità che serve. Senza abbassare capo come aver notato qualcuno a cui si ha fatto un torto.

Ti chiedo inoltre di potermi togliere il peso del sasso, o per meglio dire del macigno, di sentirmi parte del nulla. Peso il quale mi fa sprofondare in un abisso.

Amo la mia solitudine. Quanto meno desidero non dar pesi ad altrui persone, le quali di conseguenza prendono le distanze. 

Essere un semplice spettatore all'interno dei loro lungometraggi. Osservare l'intimo legame che fiorisce tra i vari attori. E l'anima mia statica nel nulla. Sono parte dell'oblio. Parte della mia unica esistenza solitaria. 

Forse anche mediocre.

Riflettendo durante la stesura di tale epistola, sorgono dubbi forti riguardo il mio essere. 

Non penso d'esser poi una così pura anima. La mia vien sporcata ogni dì con gravi peccati. Senza volontà d'ammetter ad essa stessa, macchia veste sua di molteplici omicidi. Spazzando via dai propri occhi quel che è realtà piena di terrore. 

Pensandoci, chiedo di ricevere il perdono nell'averti incolpato d'esser stato "cattivo con me". Sei stato giusto. Lo sono stata meno o per nulla io.

Per quest'anno che verrà, a rigor di ciò, se realmente anima mia così piena di peccato v'è, non mandar nulla.

Te ne supplico chiedendo perdono.

Tua

Un'anima sporca.